Dialogo

Dialogo

Credo, sento di avere con l’Arte un dialogo continuo. Un discorrere sui miei modi di vedere la realtà, la natura, le persone e le cose.

Non posso immaginarmi chiusa in uno stile che non interagisca con me stessa, con i miei mutamenti di umore, i miei stati d’animo.

Così la parola nelle poesie, il narrare nella prosa, la pittura nelle opere d’arte.

Nel ricercare me stessa cerco nuovi modi di esprimermi, colorati ossimori si trasporranno nell’idea sui supporti. Così si comporteranno anche fra le mia dita le tecniche e le paste, le terre e le crete, e le mescolerò, le ridurrò in sottile evanescente polvere d’oblio del già appreso e tramutato in immagini, e nascerà ancora nuovo e nuovo su nuovo. Né mai mi sedurrà l’immagine di me che si riconosce a prima vista e nella quale il passante frettoloso riconosca già la mano. Vorrei che fosse una pennellata sola di colore, unica e uguale, invisibile quasi, che solo il cercatore possa trovare e dire che dalla mia mente è stata generata.

Sarò infelice il giorno in cui la mano seguirà una sola traccia, e gli occhi sempre uguali e il naso e la bocca ‘personaggi miei’, in prigione sulla tela, sulla carta, ed io con loro.

L’arte è come l’acqua del fiume che scorre, lenta o impetuosa poca importanza ha, ma confluisce al mare e si perde e si dilegua, si unisce alle altre acque confluite. E mentre acque nuove confluiscono altre già succedono al passo, lente o impetuose.

E in questo senso mi sento vicina ai cubisti per aver creato ‘forme su superfici piane ricoperte di colori combinati in un dato ordine’ ed aver navigato in uno spazio non naturale e veristico, ma nello spazio di tutte le facoltà e di tutte le emozioni dell’artista’ e le mie tele sono riempite da un sogno diffuso, in cui tetti, case, piazze, fiori e figure ondeggiano sul calore emanato dalle emozioni.

Così vivo la mia Arte, la mia Vita.

Maria Luisa Caputo